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La vera conoscenza viene dalla pratica

Fino a qualche tempo fa era pressocchè sconosciuto e protetto, ma in questi ultimi anni il Meihua zhuang sta attraversando un periodo difficile. A causa di alcuni carismatici “maestri”, che hanno più chiaro il desiderio di fama piuttosto che la pratica marziale e il relativo perfezionamento etico-morale — e se vogliamo anche spirituale —, questa arte marziale sta attraversando un periodo di fama poco salutare.
In Cina su questa corrente modaiola stanno spuntando come funghi improvvisati ricercatori, studiosi, speculatori e purtroppo sempre più improvvisati “maestri”. Personaggi che dietro a concetti molto cinesi come l’ossessionante patriottismo, la voglia di far conoscere la propria cultura, il sogno di non far perdere nel nulla e per sempre una parte — ciò che rimane — della propria cultura e tradizione, ecc. nascondono obiettivi meno profondi quali la fama, il prestigio e la ricchezza.

Si comportano in maniera strana, come dei ladri. Arrivano, filmano, prendono appunti, pochi minuti e scappano come se avessero la coscienza sporca!“, così me li descrisse un anziano maestro in uno dei miei ritiri marziali nelle campagne cinesi. Questa gente approfitta del proprio status sociale — che spesso esalta — per convincere contadini semplici, troppo lontani dai mali della società e troppo impegnati a pensare al pane quotidiano per potersi difendere adeguatamente, a far mostra delle proprie conoscenze.
Il lato positivo di questa situazione è che comunque “paru cerca paru e paru trova (una persona cerca un suo pari e un suo pari trova)”. Questi personaggi con le loro promesse riescono a incantare solo praticanti a loro simili per natura, le persone serie rimangono a guardare indifferenti da un angolo buio. Il vero problema è che da questi materiali “rubati” nascono decine di libri e articoli scritti da docenti universitari maestri non si sa come di migliaia di discepoli, storici, praticanti sulla carta improvvisati ricercatori che diffondono pseudo-cultura che disorienta chi si avvicina e chi è vicino a questo mondo. Nel frattempo le poche persone che veramente avrebbero voce in capitolo non trovano motivi validi per uscire allo scoperto, e come succede da anni qui in Cina spesso muoiono portando con loro gli ultimi frammenti di una cultura agonizzante e senza aver trovato una persona a cui trasmettere le proprie conoscenze.

E’ inutile dire che, come al solito, ciò si riflette anche sull’occidente. Questa atmosfera danneggia le già precarie conoscenze dei praticanti occidentali, ma danneggia anche una cultura cinese che da poco si è ripresa da una grave frattura culturale, e di tutto ha bisogno meno che di questo tipo di “benefattori”.

4 Comments

  1. Umberto Pan Umberto Pan

    Carissimo Giuseppe, ho appena letto l’ultimo post del tuo blog su certi maestri e devo dire che mi ricorda tanto quello che successe qua agli inizi degli anni’70 con la danza scherma salentina e con la pizzica, quando appunto pseudo ricercatori rubavano le tecniche dei suoni e della danza ai contadini per spacciarsi poi come i grandi depositari delle tradizioni. Questo ha portato al deturpamento del nostro patrimonio etnico, perchè non venivano valorizzati i veri protagonisti e cioè i contadini che morendo non hanno potuto trasmettere ai posteri il patrimonio della scherma salentina.
    Quindi sono contento che tu invece difendi le vere tradizioni delle arti marziali a partire dai loro veri Maestri.
    Come va l’armonica? La stai suonando?
    Un abbraccio

  2. Umberto Pan Umberto Pan

    Ritornando al discorso della dispersione del patrimonio dei veri maestri, un altro errore commesso dagli pseudo ricercatori delle nostre parti è stato quello di concentrarsi sui personaggi più appariscenti e più chiaccherati. Per esempio il maestro Raffaele Donadei si presentava alle ronde della scherma in costume e cravatta e con un numeroso seguito di sostenitori, invece un vecchio contadino chiamato “l’uccello di Sogliano”, perchè faceva dei salti prodigiosi, si presentava con i suoi vecchi abiti di contadino e accompagnato dal solo fratello e nonostante che quest’ultimo battesse tutti era sistematicamente ignorato dai ricercatori, perchè attratti da quelli più spacconi e chiacchieroni.
    Ciao a presto Giuseppe, un saluto dal Salento.

  3. Raffaele Donadei Raffaele Donadei

    Chi ha mantenuto il vero rito della scherma salentina è stato proprio il maestro Raffaele Donadei ed andava vestito con semplici pantaloni e camicia e camminava da solo e non aveva bisogno di essere accompagnato da sostenitori perchè sapeva cavarsela da solo, SEMPRE.
    é di certo non era un uomo chiacchierone ma d’onore.

    • Giuseppe M. Giuseppe M.

      Grazie per aver commentato. Tutte le testimonianze sono valide e preziose anche quando possono sembrare in contrasto. Per quanto riguarda il signor Pan, autore del commento in questione, anche lui è tra gli anziani della tradizione popolare salentina.

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