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Il Meihua Zhuang all’Università degli Studi di Palermo

Giusi Tamburello
Ricercatrice
Università degli Studi di Palermo

Un seminario sui generis sulla cultura cinese

Come docente di cinese dell’Università degli Studi di Palermo, ritengo che sia molto importante offrire agli studenti occasioni di incontro con la cultura cinese che esulino dall’ambito strettamente universitario.
Cogliendo l’occasione del suo rientro dalla Cina per le vacanze estive, ho chiesto a Giuseppe Mighali, campione italiano ed esperto di arti marziali, al quale ho avuto il piacere di offrire i primi rudimenti della lingua cinese durante il mio periodo di insegnamento presso l’Università degli Studi di Lecce (ora Università del Salento), di incontrare gli studenti dei miei corsi palermitani.
Giuseppe è stato molto gentile e ha accettato l’invito.
A Palermo ha trascorso tre giorni durante i quali ha tenuto due lezioni-allenamento e un seminario. Tutte le attività si sono svolte all’ombra dei grandi alberi del bellissimo boschetto, una sorta di Central Park nostrano, che si trova nel cuore del Viale delle Scienze.
Giuseppe è un esperto dello stile Méihuā Zhuāng, letteralmente “pali dei fiori di prugno”, ed è uno dei pochi stranieri che, nell’ambiente delle arti marziali in Cina, abbia avuto l’onore di prestare giuramento e accettazione, come si dice in gergo, nel corso della tradizionale cerimonia bàishī. Per questo motivo, Giuseppe può essere considerato ufficialmente come discendente di 19ma generazione nell’ambito della gerarchia interna allo stile stesso. Si tratta di un dettaglio molto particolare e importante se si tiene conto dell’esclusività della cerimonia alla quale non tutti possono essere ammessi e tanto meno gli stranieri. Spesso, infatti, a questi ultimi è negato anche il semplice allenamento pre-cerimonia.

Il Méihuā Zhuāng è un’antica arte marziale cinese che affonda le radici nella notte dei tempi, motivo per il quale le sue origini sono molto dibattute. In pochi conoscono questo stile che un tempo era molto raro perché trasmesso solamente di padre in figlio. Si tratta di uno stile particolare rispetto agli altri anche per la metodologia d’allenamento. Questa si basa sull’acquisizione delle cinque posizioni statiche (una per ogni petalo del fiore di prugno) che poi, nella pratica della cosiddetta “intelaiatura” (l’insieme dei movimenti semi-prestabiliti), trovano il proprio sviluppo dinamico e propedeutico al combattimento reale. Questi elementi, apparentemente semplici, che contraddistinguono il Méihuā Zhuāng, testimoniano dell’antica purezza e del valore applicativo di questo stile. Al giorno d’oggi, in molti altri stili, entrambi questi aspetti, sia per ragioni storiche sia per ragioni economiche, tendono purtroppo a scomparire.
Durante le due lezioni-allenamento, Giuseppe ha insegnato agli studenti intervenuti i primi movimenti fondamentali dello stile. Affinché fosse possibile comprendere la finalità degli stessi, ha mostrato anche le loro diverse applicazioni all’interno del combattimento mimando alcune tecniche. L’approccio di Giuseppe all’insegnamento delle arti marziali è molto diretto e tende a valorizzare le caratteristiche personali dell’allievo. Inoltre, il suo stile didattico si avvale continuamente di riferimenti al pensiero filosofico cinese, alla teoria e alla pratica dei maestri cinesi della tradizione, e alla sua esperienza che continua ad arricchire in Cina dove risiede stabilmente da ben otto anni.

La parte seminariale da lui svolta ha offerto agli studenti la possibilità di familiarizzare con lo sviluppo storico cinese delle arti marziali, con la configurazione del mondo che ruota intorno a queste arti in Cina, con le differenze rispetto alla pratica occidentale delle arti marziali, con gli sviluppi contemporanei dei vari stili e delle varie tecniche, con l’impegno quotidiano che è fondamentale per un apprendimento profondo di queste arti.
Nel corso della presentazione, gli studenti hanno potuto porgere tutte le domande che sono venute loro in mente e Giuseppe ha risposto a tutte con grande dovizia di particolari suscitando un ascolto affascinato.
La sensazione di fascino è stata accresciuta anche dalla dimostrazione fatta da Giuseppe, su richiesta degli studenti, di alcune evoluzioni avanzate tipiche del suo stile.

Stare seduti sotto gli alberi e ascoltare i racconti di Giuseppe, ammirare i suoi esercizi, osservare la sua pazienza nel correggere e incoraggiare i ragazzi è stata un’esperienza molto interessante e fonte di molteplici stimoli intellettuali.
Cercheremo, per il prossimo anno, di riproporre l’iniziativa certi che piacerà a molti.

4 Comments

  1. Mirco Tranchina Mirco Tranchina

    Grazie per l’opportunità che ci hai concesso! E’ stata un’esperienza unica ed affascinante.

  2. Hantares Hantares

    I migliori auguri Giuseppe, spero possa aprirsi anche una possibilità in Italia (Palermo) per te.
    Auguri,
    Giorgio

  3. 瑟琳娜 瑟琳娜

    梅花桩很累人,但是很迷人。 
    谢谢你教我们,你是很好的老师!

  4. fabio fabio

    Bravo bravo giuseppe sono orgoglioso di avere un amico cosi in gamba

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