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Nugae sul giusto metodo

Oggi in un momento di riposo, ho provato a esercitare un po’ la calligrafia cinese:

Preparata l’acqua.
Pronto l’inchiostro.
Pennello ben inumidito.
Un respiro profondo.
Il pennello immerso nell’inchiostro.
La sua punta che accarezza il bordo del piattino per modellarsi.
Gli occhi si chiudono soli,
quando si riaprono la mano sa già cosa fare.
Viene fuori il primo ideogramma…
Ma non soddisfa:
manca armonia,
lo scheletro è deforme…
E allora riproviamoci, cosciente degli errori precedenti.
Ecco un altro ideogramma… scritto male… si è cercato di rimediare agli errori ma ancora niente.

Nel frattempo la mente si svuota, rimane il respiro;
totalmente immerso nell’inchiostro che rimane sul foglio ogni volta che il pennello lo accarezza,
senza accorgermene,
ho già scritto decine di fogli con lo stesso carattere in un lasso di tempo che non so quantificare.

Ma i miglioramenti sono lievi.
Poco importa, l’importante non è tutto e subito.
Non è bene oggi a tutti i costi.
L’importante è sapere il “come” fare.
E ancora più importante il saperlo fare tutti i giorni.
Anche solo per un attimo, ma farlo.
Anche solo farne una piccola parte, ma farla con impegno,
dando tutto in ogni singolo momento dell’azione.

Ed ecco che capisco quanto, della vita, abbiano saputo insegnarmi le arti marziali in quasi 20 anni di pratica.
Il maestro, chi è?
Solo una persona che incontriamo per caso, ci ispira fiducia e per questo gli chiediamo indicazioni stradali.
Lui conosce la strada, perchè l’ha già percorsa o la sta percorrendo; ma non potrà venire con noi.
La strada la dobbiamo percorrere da soli, e soli resteremo nel percorrerla.
La meta la raggiungiamo (se ci riusciamo) da soli.
Attraverso gli errori di ogni giorno.
Attraverso le prove e le riprove.
Attraverso la costanza.
Attraverso il metodo.

Ogni volta che entro in una delle cinque posizioni… il discorso non cambia…
Le gambe si piegano.
Le braccia si alzano.
La posizione è presa.

Un respiro profondo.
La mente si svuota.
Rimane il ritmo del respiro,
la sensazione dei muscoli,
dello scheletro,
del dolore…
Tutto ciò che mi circonda scompare,
rimangono solo le indicazioni stradali che mi sono state date
e la sensazione degli errori.
La posizione non va bene.
E allora giù a controllare, a sondare ogni singolo centimetro del proprio corpo,
Per averne la sensazione,
e una volta ottenuta…
ricercare una soluzione all’errore
o assaporare e memorizzare una sensazione che riteniamo positiva.
Ed ecco che un altro passo verso la meta è stato compiuto.

Così,
ogni giorno.

E’ la testarda cosciente perenne ricerca che fa crescere l’uomo.

5 Comments

  1. OÖOo... OÖOo...

    C’est poétique !

  2. Domenico Domenico

    Molto belle e suggestive le parole che hai dedicato alla figura del maestro… mi hanno fatto fare un salto all’indietro, sono tornato per un attimo alle aule universitarie di Venezia dove, diversi anni fa, ho incontrato per la prima volta i classici del pensiero taoista e mi sono avvicinato all’universo della Cina. In quegli anni, dal 1992 in poi, diverse volte ho ascoltato la metafora della barca (gli insegnamenti del maestro) che serve soltanto per attraversare il fiume (dell’esistenza) e raggiungere la Via (interiore, ma che deve riverberarsi all’esterno). Bisogna essere pronti a utilizzare al meglio questi mezzi, questi strumenti, a volte forniti dalla tradizione o da un maestro, per sforzarsi sulla via del proprio miglioramento, ma poi occorre anche essere pronti a disfarsene una volta che si è giunti sull’altra sponda. Altrimenti sarebbe come mettersi la barca sulle spalle e caricarsi di pesi inutili. Come dici tu, quindi, a proposito delle indicazioni date dal Maestro…. Quanto è oneroso però l’impegno interiore, quanto è ardua la sfida, soprattutto man mano che si cambia come umani nelle varie fasi della vita e nuove presenze ci circondano, nuove strade ci vengono indicate, nuove cadute ci aspettano…

  3. Roberto Roberto

    Concordo sulla ricerca quale fonte di crescita per l’Uomo.

    In questi giorni, con altri amici riflettevo anche su questo… e sui conseguenti ritmi di vita.
    In particolare mi/ci siamo confrontati sul concetto di “Fretta” di vivere, di pensare, di decidere, di agire, in conseguenza della volontà di crescere, di scoprire e di avanzare.
    Personalmente ritengo che la “FRETTA” sia un’invenzione Umana che spesso lede il naturale progredire dell’Uomo, accecando la sua vista e la sua mente.

  4. Umberto Pan Umberto Pan

    Caro Giuseppe, complimenti per il tuo bellissimo blog, naturalmente io non ne capisco molto, ma le cose vanno lette con calma… quello che so è che non ce ne sono molti campioni come te, ma non solo di arti marziali, ma anche nello studio, nel lavoro e nella vita normale.
    Questo fa onore anche al nostro Salento e tutti i tuoi sacrifici verranno compensati un giorno non molto lontano.
    Un abbraccio

  5. marcoletto marcoletto

    mitico!!!!

    Cina aspetta che arrivo!

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